BLUE EYE SAMURAI. (2023)
(serie d'animazione)
Creato da: Michael Green, Amber Noizumi
Scritta da: Michael Green, Amber Noizumi, Yana Bille
Regia di: Jane Wu, Earl A. Hibbert, Ryan O'Loughlin, Michael Green, Sunny Sun, Alan Taylor, Alan Wan
Prodotto da: Nick Read, Jane Wu, Haven Alexander
Produzione: 3 Arts Entertainment, Blue Spirit Animation, Netflix Animation
Animazioni: Blue Spirit Animation
Edizione Italiana: Netflix
Episodi: 8 da 35-60' - 1 stagione
USCITA ITALIANA: 3 NOVEMBRE 2023
La storia ambientata nel più noto periodo feudale Giapponese è prodotta da studios franco-americani che riescono comunque a dar lustro alla produzione anche utilizzando animazioni CG.
Protagonista della storia è Mizu, un orfano salvato e cresciuto dal rispettato maestro di katane Eiji, un maestro cieco che non giudica Mizu nel suo essere maschio o femmina. Mizu cresce con l'odio e le sofferenze verso chi ha trucidato sua madre e l'ha resa un mostro agli occhi dei giapponesi. Cresciuto come un samurai, con molti anni di duro allenamento apprende l'arte dell'uso della spada Giapponese e, quando grande abbastanza, intraprende un viaggio per rintracciare ed uccidere chi le ha inferto tutte quelle sofferenze in giovane età. Un viaggio che metterà Mizu alla prova e lo farà scontrare/incontrare con alcuni personaggi il cui cammino incrocerà il suo e amplierà, nel bene e nel male, la sua conoscenza del mondo.
La serie è ottimo esempio di scrittura con ricostruzione storica, che imposta un mood quanto più fedele possibile alla celebre era dei samurai riportando onore, disciplina e dramma in testa a tutto. Croci e (poche) delizie della società del periodo Edo Giapponese perfettamente riportate sullo schermo dagli autori, dall'architettura agli abiti, dai cibi alle movenze fino alle coreografie dei combattimenti, ricreati riprendendo attori in carne ed ossa. Tutti elementi che innalzano ulteriormente il voto del titolo mentre la sceneggiatura riesce a mantenere un buon ritmo, alternando azione a momenti più tranquilli, oltre la lunga durata dei singoli episodi che spesso arriva ai sessanta minuti.
Non si tratta di un anime ma l'impostazione è molto simile, con gli autori che esplorano il passato dei personaggi sia principali che non, per meglio delineare il contesto e poter far chiarezza su ogni aspetto della storia. Il personaggio principale appare comunque quanto più sfaccettato e complesso nel suo insieme di drammi ed identità, in una società cui le figure femminili e maschili avevano un preciso ruolo e confini invalicabili. Gli autori, con Mizu, hanno portato un tocco di ventunesimo secolo nel periodo Edo, restituendo un personaggio umano, mai perfettamente inquadrato in un genere biologico e mai identificato, ininfluente ai fini della storia. Un personaggio che soffre e subisce fin dalla tenera età ed è conscio che dovrà ancora subire per portare a compimento la sua vendetta. Non un corpo ma una sorta di involucro impersonato da un demone con un solo obiettivo nella vita.
Blue Eye Samurai è una produzione che presenta molti insegnamenti e nasconde molti significati, spesso anche dietro paragoni, come le parole utilizzate del Maestro Eiji, la cui grande esperienza nel forgiare spade si allarga ad ogni elemento della vita umana. La crudeltà tipica del periodo storico poi si manifesta come uno degli elementi distintivi, sottolineata dagli autori con sangue e scene cruente. La scelta infine di utilizzare animazioni CG opportunamente filtrate, spesso molto fredde, ben descrivono gesti e parole, lasciando ai registi piena creatività nelle scene d'azione, uno dei punti di maggior interesse dell'intera produzione.
Con la visione di questa serie lo spettatore sarà bombardato in egual modo da crudeltà come da poesia, da profonde riflessioni ai problemi di identità e di appartenenza, ancora attuale ai giorni nostri, seguendo la formazione del personaggio principale come di quelli collaterali, buoni o cattivi che siano, appartenenti a classi agiate o no. Un prodotto diretto ad un pubblico adulto intriso di drammi che apparentemente non hanno fine se non nella morte. Una serie unica che ha molteplici livelli di lettura.
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(2023)
(serie d'animazione)
Creato da:
Michael Green, Amber Noizumi
Scritta da:
Michael Green, Amber Noizumi, Yana Bille
Regia di:
Jane Wu, Earl A. Hibbert, Ryan O'Loughlin, Michael Green, Sunny Sun, Alan Taylor, Alan Wan
Prodotto da:
Nick Read, Jane Wu, Haven Alexander
Produzione:
3 Arts Entertainment, Blue Spirit Animation, Netflix Animation
Animazioni:
Blue Spirit Animation
Edizione Italiana:
Netflix
Episodi:
8 da 35-60' - 1 stagione
USCITA ITALIANA: 3 NOVEMBRE 2023
La storia ambientata nel più noto periodo feudale Giapponese è prodotta da studios franco-americani che riescono comunque a dar lustro alla produzione anche utilizzando animazioni CG.
Protagonista della storia è Mizu, un orfano salvato e cresciuto dal rispettato maestro di katane Eiji, un maestro cieco che non giudica Mizu nel suo essere maschio o femmina. Mizu cresce con l'odio e le sofferenze verso chi ha trucidato sua madre e l'ha resa un mostro agli occhi dei giapponesi. Cresciuto come un samurai, con molti anni di duro allenamento apprende l'arte dell'uso della spada Giapponese e, quando grande abbastanza, intraprende un viaggio per rintracciare ed uccidere chi le ha inferto tutte quelle sofferenze in giovane età. Un viaggio che metterà Mizu alla prova e lo farà scontrare/incontrare con alcuni personaggi il cui cammino incrocerà il suo e amplierà, nel bene e nel male, la sua conoscenza del mondo.
La serie è ottimo esempio di scrittura con ricostruzione storica, che imposta un mood quanto più fedele possibile alla celebre era dei samurai riportando onore, disciplina e dramma in testa a tutto. Croci e (poche) delizie della società del periodo Edo Giapponese perfettamente riportate sullo schermo dagli autori, dall'architettura agli abiti, dai cibi alle movenze fino alle coreografie dei combattimenti, ricreati riprendendo attori in carne ed ossa. Tutti elementi che innalzano ulteriormente il voto del titolo mentre la sceneggiatura riesce a mantenere un buon ritmo, alternando azione a momenti più tranquilli, oltre la lunga durata dei singoli episodi che spesso arriva ai sessanta minuti.
Non si tratta di un anime ma l'impostazione è molto simile, con gli autori che esplorano il passato dei personaggi sia principali che non, per meglio delineare il contesto e poter far chiarezza su ogni aspetto della storia. Il personaggio principale appare comunque quanto più sfaccettato e complesso nel suo insieme di drammi ed identità, in una società cui le figure femminili e maschili avevano un preciso ruolo e confini invalicabili. Gli autori, con Mizu, hanno portato un tocco di ventunesimo secolo nel periodo Edo, restituendo un personaggio umano, mai perfettamente inquadrato in un genere biologico e mai identificato, ininfluente ai fini della storia. Un personaggio che soffre e subisce fin dalla tenera età ed è conscio che dovrà ancora subire per portare a compimento la sua vendetta. Non un corpo ma una sorta di involucro impersonato da un demone con un solo obiettivo nella vita.
Blue Eye Samurai è una produzione che presenta molti insegnamenti e nasconde molti significati, spesso anche dietro paragoni, come le parole utilizzate del Maestro Eiji, la cui grande esperienza nel forgiare spade si allarga ad ogni elemento della vita umana. La crudeltà tipica del periodo storico poi si manifesta come uno degli elementi distintivi, sottolineata dagli autori con sangue e scene cruente. La scelta infine di utilizzare animazioni CG opportunamente filtrate, spesso molto fredde, ben descrivono gesti e parole, lasciando ai registi piena creatività nelle scene d'azione, uno dei punti di maggior interesse dell'intera produzione.
Con la visione di questa serie lo spettatore sarà bombardato in egual modo da crudeltà come da poesia, da profonde riflessioni ai problemi di identità e di appartenenza, ancora attuale ai giorni nostri, seguendo la formazione del personaggio principale come di quelli collaterali, buoni o cattivi che siano, appartenenti a classi agiate o no. Un prodotto diretto ad un pubblico adulto intriso di drammi che apparentemente non hanno fine se non nella morte. Una serie unica che ha molteplici livelli di lettura.